Pochi giorni fa abbiamo avuto il piacere di intervistare Giovanni Impastato, attivista e scrittore siciliano nonché fratello di Peppino Impastato, assassinato a Cinisi (TP) dalla mafia nel 1978 e la cui immagine per troppi anni è stata infangata dalle illazioni legate ai motivi della sua morte.
Peppino, in primis ecologista e impegnato per la tutela del territorio deturpato dagli interessi politici e mafiosi, era candidato al consiglio comunale di Cinisi nelle liste di Democrazia Proletaria: fu ucciso pochi giorni prima delle elezioni dove risultò comunque eletto. Per il suo omicidio, molti anni dopo, fu condannato, fra gli altri, anche il boss Gaetano Badalamenti.
Suo fratello Giovanni, all’epoca dei fatti più piccolo di Peppino, insieme alla madre Felicia – scomparsa nel 2004 – per decenni sono stati impegnati affinché la verità venisse a galla (in un primo momento carabinieri, stampa locale e politica tentarono addirittura di derubricare la morte del giovane siciliano come suicidio). Anche grazie al film “I Cento Passi”, diretto da Marco Tullio Giordana nel 2000, la figura di Peppino Impastato ha ricevuto il giusto riguardo ed ancora oggi rappresenta un simbolo dI attivismo sociale e lotta alla mafia.
Abbiamo incontrato Giovanni Impastato in occasione della rassegna “I martedì letterari” organizzata dall’Associazione “Angeli senza Frontiere” con la collaborazione dell’amministrazione di CO.V.CA villaggio cala di Rosamarina, località balneare vicino ad Ostuni (Br). Impastato ha presentato il suo ultimo libro, “Mio fratello, tutta una vita con Peppino” e ai nostri microfoni si è soffermato a lungo sul tema della solidarietà legato all’impegno sociale e politico dei cittadini e su di un nuovo concetto di legalità da insegnare ai più giovani. Ai link seguenti gli estratti dell’intervista:
Giovanni Impastato: il valore della solidarietà
Giovanni Impastato: insegnare ai giovani una legalità democratica, costituzionale e antifascista.