Milano. Giovedì 23 febbraio sarà l’occasione per ricordare una fra le figure che più di tutte hanno contribuito a plasmare l’attuale volto della Mutua sanitaria Cesare Pozzo: esattamente 20 anni fa, infatti, ci lasciava Gabriele Ferri. Presidente della Mutua per 24 anni, Ferri riposa oggi al Cimitero Monumentale di Milano accanto alle spoglie di Cesare Pozzo.
Per omaggiare nel modo migliore la figura di un grande mutualista, proprio al Monumentale la mattina del 23 febbraio a partire dalle ore 10.00 si terrà la commemorazione ufficiale che, subito dopo, proseguirà all’interno del salone Liberty di via San Gregorio 48 a Milano.
Gabriele Ferri, presidente della Mutua sanitaria Cesare Pozzo dal 1972 al 1996, viene da tutti ricordato come un mutualista visionario che disegnò il futuro del Sodalizio. Ferri, infatti, sancì la fine del corporativismo e dei suoi limiti, aprendo le porte della Mutua dapprima a tutti i ferrovieri, poi ai lavoratori dei trasporti ed infine a tutti i cittadini. Un’operazione che portò il numero dei soci dai 9.900 del 1972, quando Ferri diventò presidente, ai 94mila del 1996, quando lasciò la Presidenza.
Un mutamento totale del Sodalizio, e non solo numerico, da mutua professionale e di categoria a mutua dei cittadini. Ciò comportò anche una trasformazione organizzativa ed operativa rispetto alla nuova realtà quantitativa e qualitativa dei soci a cui Ferri dovette adeguatamente fare fronte.
La Mutua non poteva più essere gestita solo dagli uffici di Milano. Occorreva passare da una mutua centralista ad una mutua territoriale. Ecco che Gabriele Ferri attuò il decentramento funzionale e operativo costituendo i coordinamenti regionali con compiti non solo di assistenza ai soci, ma anche di promozione del Sodalizio, di divulgazione dei valori del mutuo soccorso e di rappresentanza della Società sul territorio.
Ovviamente anche l’offerta dei sussidi della Mutua legata prettamente alla professionalità dei ferrovieri non era più adeguata ai bisogni della nuova realtà dei soci. E Ferri vi mise mano facendo una rivoluzionaria riforma delle prestazioni integrando la tutela professionale con la tutela assistenziale dei soci che, a sua volta, veniva estesa anche ai loro familiari. Dalla tutela dei lavoratori si passò quindi alla tutela dei nuclei familiari. E il campo sanitario era quello più indicato per offrire nuovi sussidi e prestazioni.